Ha la Pesistica nel sangue: Giovanni Scarantino, attualmente Consigliere Federale, Tecnico della Nazionale Italiana e Responsabile del Progetto College Pechino 2008 del Centro Sportivo Giulio Onesti di Roma. Nasce come calciatore ma si ritrova a percorrere tutte le tappe del pesista. Come atleta ha vinto ben 22 titoli italiani, un oro e un bronzo ai Giochi del Mediterraneo, due bronzi europei e tante partecipazioni alle più importanti competizioni internazionali. Le Olimpiadi le ha già vissute da atleta. Per la prima volta si accinge a provare l'esperienza nelle vesti di allenatore: "E' impossibile spiegare ai ragazzi che emozione si provi a gareggiare in un'Olimpiade. Posso solo dire loro che capiranno tutto non appena atterreranno a Pechino. Io ho avuto la fortuna di ripetere questa esperienza magica per ben tre volte (ha partecipato a Seoul nell' 88, Barcellona nel '92 e Atlanta nel '96", spiega Scarantino.
Giovanni ha intrapreso casualmente la strada della Pesistica: Da piccolo avevo una passione sfrenata per il calcio; solo che, avendo scelto di lavorare come meccanico per la Fiat, non avevo molto tempo per andare a giocare. Per non smettere definitivamente di fare attività fisica ho provato ad andare in palestra. Mio cugino, Ettore Pilato, mi ha consigliato il Club Atletica Ercole dove si faceva Sollevamento Pesi. Ho iniziato per caso e da lì non ho più smesso. Era il 1984
. Alla prima gara a cui ha partecipato, i Campionati Italiani di Verona, ha vinto l'oro. Dopo un solo anno di attività ha ricevuto la convocazione in Nazionale e al primo Torneo Internazionale in Australia è arrivato terzo: "Quegli anni la Pesistica in Italia ha raggiunto livelli importanti", dice Scarantino.
Nel 1988, dopo i Giochi del Mediterraneo in Siria dove i sei italiani in gara hanno portato a casa tutti la medaglia doro, Giovanni fa domanda per entrare a far parte del Gruppo Sportivo dei Vigili del Fuoco. Nel 1990 arriva finalmente la conferma: Giovanni entra nei VVFF. E' il periodo delle partecipazioni olimpiche e dellaffermazione internazionale. Si gode ogni evento, si impegna al massimo per onorare il corpo dei VVFF, a cui è molto legato e alla fine, nel 1997, riceve la proposta di diventare tecnico. Non avevo più niente da dimostrare. Avevo 31 anni e così ho accettato ed è iniziata la mia carriera da allenatore.
Subito sono arrivati i primi successi professionali: La più grande soddisfazione come tecnico l'ho provata quando mi hanno assegnato i Cadetti e alla loro prima avventura hanno vinto sei medaglie, ha spiegato Giovanni.
Tornare a vivere unOlimpiade da allenatore significherà respirare ancora quellatmosfera di tensione mista ad entusiasmo. Adrenalina pura che per un attimo rende invincibili. E che Giovanni conosce bene. Per lui, adesso, la vittoria da atleta e da tecnico si equivalgono: E come l'amore che si può provare per una moglie e per i propri figli. E' di diverso tipo ma di stessa intensità. E a proposito di moglie e figli, Giovanni è sposato da 15 anni con Piera che le ha regalato due splendidi bambini, Mirco e Claudio. Anche loro stanno facendo grandi sacrifici per il mio lavoro. Io e Piera ci siamo conosciuti a Caltanissetta per caso. Mia sorella lavorava con la sorella di Piera in un negozio di parrucchiera. Un giorno lei andava a prendere la sorella, io anche, così, ci siamo ritrovati luno di fronte allaltra. E' stato amore a prima vista. Per lei poi seguirmi non è stato semplice. Ci siamo sposati nel '93 ma dopo Barcellona le avevo promesso che avrei smesso con i pesi. Invece non ce lho fatta e lei per due anni mi ha seguito a Roma fino ad Atlanta. Poi il Presidente Antonio Urso mi ha chiamato per il Progetto College e così sono tornato nella Capitale ma lei è rimasta a Caltanissetta con Mirco e Claudio.
Una vita dedicata ai suoi ragazzi per i quali Giovanni spera solo grandi successi: Abbiamo lavorato sodo questi quattro anni. E' stato un lavoro collettivo, di equipe. Voglio ringraziare tutto lo staff. Si è lavorato in modo professionale su tutti i campi grazie al presidente Urso che ci ha dato questa possibilità. Agli atleti non ha fatto mancare nulla né dal punto di vista tecnico né psicologico, visto che ha provveduto anche a garantire un sostegno con il dottor Francesco Riccardo. I risultati più belli sono arrivati dal settore giovanile del College, dalla qualificazione della squadra maschile e, ultima in ordine di tempo, da quella individuale di Genny Pagliaro.
In qualità di responsabile del Progetto College, Giovanni, riconosce di aver raggiunto obiettivi significativi con i suoi ragazzi: Questo Progetto è stato un bel successo che, a mio parere, andrebbe ripetuto. Ha dato la possibilità a noi tecnici di lavorare in maniera seria, continuativa e professionale con i ragazzi in modo da farli diventare atleti di alta qualificazione. Oggi ci sono pesisti diversi da quelli che cerano ai miei tempi. Anche la mentalità è cambiata. In Italia, però, ci sono grandi talenti che aspettano solo di esser scoperti e plasmati in campioni.
Ciò che l'Italia della Pesistica spesso lamenta è una mancanza di informazione. Giovanni prova a spiegare perché: Forse nel nostro Paese manca la mentalità giusta per avvicinarsi ai pesi. C'è l'erronea convinzione che il sollevamento faccia male. Lo sport fa bene sempre, soprattutto i pesi che sono alla base di tutte le altre discipline.
Ma cosa serve per diventare un buon pesista? Secondo Scarantino ci vogliono alcune caratteristiche fisiche particolari che spaziano da grandi doti genetiche a specifici programmi individuali in grado di esaltarle. E a dispetto di quanto si pensi: Il futuro della Pesistica saranno le donne, afferma convinto Giovanni.
A proposito di donne, a Pechino scenderà in campo la piccola fuoriclasse dei pesi, Genny Caterina Pagliaro. Tutti puntano su di lei, anche Giovanni è sicuro che possa fare bene: Noi tutti contiamo su Genny perché ha una possibilità in più rispetto agli altri qualificati di fare risultato essendo settima nella classifica mondiale. Certo, speriamo anche che i tre ragazzi, Boer, Dellino e De Luca rientrino tra i primi otto al mondo. Ma da Genny ci aspettiamo qualcosa di più. La fortuna più grande è vedere che stanno tutti bene, in un discreto stato di forma. Genny deve soltanto memorizzare l'obiettivo come ha fatto a Lignano e anche, grazie al dottor Riccardo, lo psicologo della Nazionale, arriverà a Pechino in condizioni ottimali. E' molto motivata, carica e curiosa di sapere come sono i Giochi Olimpici. Me lo chiede sempre! Spero che per tutti e quattro Pechino sia un ricordo da incorniciare.
Giovanni, come tanti pesisti viene dalla Sicilia, la terra che sforna più talenti e atleti in questo sport: La Sicilia è la patria della Pesistica. Qui ci sono maestri che la guidano con grande passione e che tramandano la cultura dei pesi di generazione in generazione.
Nel futuro di Giovanni Scarantino però oltre alla speranza che Genny conquisti un oro olimpico magari a Londra 2012, c'è la famiglia: Finita la mia attività da tecnico tornerò a dedicarmi al mio lavoro, il vigile del fuoco e soprattutto alla mia splendida famiglia, che ho tanto sacrificato per seguire la mia passione per i pesi.
Fabrizio Del Bimbo
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